Una bellissima passeggiata, tra olivi e i panorami delle dolci colline umbre.
L’Acquedotto di Spello, il cui percorso complessivo misura Km 5.612, trae origine dalla sorgente di Fonte Canale, a circa 4 Km ad est del centro urbano, sotto il Castello di Collepino, alle falde del Monte Subasio, a quota 456 s. l. m..
L’ opera idrica ancora ben riconoscibile sul terreno ed individuabile con precisione sia dalla cartografia antica e moderna, che dalle foto aeree, è nel tratto iniziale interrata per poi proseguire con tratti edificati con pietra calcarea locale, bianca e rosata, di cui rimangono ancora visibili il lato a valle e, in alcuni punti, la copertura.
Sulla parete a valle del condotto si conservano numerose aperture rettangolari realizzate per permettere l’ispezione del cunicolo e sfiatatoi per la circolazione dell’aria.
La copertura affiorante qua e là era costituita da lastre disposte alla “cappuccina” o a schiena d’asino.
La realizzazione del monumento risale senza dubbio ad età romana.
Dopo l’età costantiniana, che senza dubbio rappresentò per la città uno straordinario periodo di prosperità come testimoniano le fonti storiche ed epigrafiche, nonché le ultime scoperte archeologiche, l’acquedotto subì la sorte comune a tutte le città dell’impero romano; senza dubbio in età alto medioevale non ricevette la manutenzione ordinaria cui precedentemente era sottoposto, conoscendo invece un lungo periodo di abbandono.
Dall’arteria principale si diramava una rete di oltre 50 cisterne e fonti, sia d’uso pubblico che privato.
L’opera di proprietà comunale, come attestato dagli Statuti Comunali del 1360, alla cui manutenzione si provvide con denaro pubblico, fu continuamente oggetto di interventi di restauro, riadattamento, ricostruzione, sia di natura ordinaria che straordinaria, e di tutta una serie di norme per la preservazione e la cura dell’acquedotto, anche dal punto di vista igienico e sanitario, alcune delle quali ribadite anche in vari Editti.
Purtroppo solo in un tratto è presente la muratura di epoca romana in quanto l’acquedotto ha subito nel corso dei secoli ampi rimaneggiamenti, tale tratto si trova in località Segarelle ed costituito da un piccolo tratto di pochi metri ed in prossimità di un crollo della parte sommitale dell’acquedotto.
Il manufatto si snoda lungo le pendici del Monte Subasio, lungo il versante del torrente Chiona, l’acquedotto parte al disotto del castello di Collepino ad una quota di circa m.456 fino ad arrivare all’Abbeveratoio dell’Asino per un complessivo sviluppo di circa 2.500 m.
Tutto il tratto di acquedotto è stato recuperato, grazie ad un progetto curato dall’architetto Stefano Antinucci nell’anno 2009 per essere utilizzato come tracciato per trekking e mountain bike, sottraendolo in questo modo ad una condizione di assoluto abbandono e da una sopraffazione della vegetazione.
Il percorso si snoda lungo le pendici del Monte Subasio, per un complessivo sviluppo di circa 4900 m.
L’acquedotto attraversa un contesto paesaggistico di grande fascino costituito da fondi coltivati ad uliveti, fitta macchia mediterranea e attraversamenti di forre.
Lungo tutto il suo sviluppo si godono incantevoli scorci della valle e delle colline appenniniche, con una incantevole vista di Spello.
Lungo il percorso sono state collocate panche in punti panoramici e bacheche che contengono informazioni storiche e turistiche del tracciato pedonale e dell’acquedotto romano.
L’ingresso del percorso è ubicato presso la Fonte della Bulgarella ed è indicato da una cartellonistica CAI sentiero 52